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La Napoli di Maradona

Sono innumerevoli le chiavi di lettura attraverso le quali interpretare la città di Napoli, una meta che si distingue già dal fatto di detenere l’invidiabile primato di centro storico patrimonio UNESCO più grande d’Europa, con un’infinità di monumenti di diverse epoche, strade e vicoli pieni di storia e tradizioni, panorami mozzafiato, una movimentata vita notturna, un’ottima cucina senza eguali nel mondo, ed uno stile di vita teatrale, unico ed originale. Fondata dai cumani nell’VIII secolo a.C., fu tra le città più importanti della Magna Grecia, si distinse come ducato autonomo indipendente dall’Impero bizantino e in seguito, dal XIII secolo e per più di cinquecento anni, fu capitale del Regno di Napoli, per divenire successivamente capitale del Regno delle Due Sicilie sotto i Borbone fino all’Unità d’Italia. Napoli è un set naturale, amata da molti registi, ha ospitato classici come “Matrimonio all’italiana”, “Paisà”. “Miseria e nobiltà” e “L’oro di Napoli”, senza dimenticare come Napoli venga celebrata come il luogo ideale del ricongiungimento con la vita dopo un momento buio, quando una appena “divorziata” Julia Roberts recita la famosa scena del film “Mangia, Prega, Ama” in cui si trova in una delle pizzerie più antiche di Napoli e dichiara di essersi innamorata: non di un uomo, ma della pizza. Napoli ha dato i natali a Renato Carosone, Salvo D’Acquisto, Carlo Pisacane, Enrico Caruso, Massimo Ranieri, Riccardo Muti, Pino Daniele e numerosi altri personaggi famosi, senza scordare Totò ed Eduardo De Filippo, con i quali si potrebbero raccontare infinite storie e aneddoti di questa città. La nostra chiave di lettura vuole invece passare per un personaggio che, pur essendo nato a 11 mila chilometri da Napoli, ha creato un legame indissolubile con la città partenopea, che ancora oggi si respira nella città e nei suoi abitanti: stiamo parlando di Diego Armando Maradona, il “Pibe de Oro”, che ha legato il suo nome a moltissimi luoghi della città e che quindi, in modo figurato, ci guiderà nella nostra visita.

FUORIGROTTA

Stadio San Paolo Mister No-CC BY 3.0

La nostra visita parte obbligatoriamente dallo stadio, il luogo dove Maradona compì gran parte dei suoi miracoli, a partire dal suo esordio il 5 luglio 1984, giorno della sua presentazione al pubblico di Napoli. Nell’impianto di Fuorigrotta Maradona ha vinto due scudetti, ha giocato la finale di andata della storica Coppa Uefa 1989 e ha conquistato con l’Argentina la finale mondiale nel 1990. Quando venne inaugurato, il 6 dicembre 1959, si chiamava Stadio del Sole ed era uno degli stadi più apprezzati del panorama internazionale, oltre che il più capiente d’Italia, con oltre 85 mila posti, ridotti a circa 55 mila con la recente ristrutturazione. Nel 1963 lo Stadio fu rinominato San Paolo e così rimase fino a quando, il 4 dicembre 2020, pochi giorni dopo la sua morte, il Comune di Napoli ha deliberato l’intitolazione dello stadio a Diego Armando Maradona e anche la stazione della Cumana, a pochi passi dall’ex San Paolo, ha preso il nome di Stazione Mostra-Maradona.

QUARTIERI SPAGNOLI

Castel Sant Elmo Hotepibre CC BY-SA 4.0

Siamo nel 1990, quando l’artista Mario Filardi, per celebrare la vittoria del secondo scudetto del Napoli, decide di realizzare in via Emanuele de Feo, al civico 60, quello che comunemente viene definito da tutti come il “murales di Maradona“, diventato meta di pellegrinaggio di tifosi e turisti provenienti da tutto il mondo. Il passare del tempo ha leggermente danneggiato l’opera che ha avuto bisogno di un restauro nel 2016, per mano dell’artista Salvatore Iodice. I cosiddetti Quartieri Spagnoli, che ospitano l’opera, sorgono nel centro storico della città di Napoli e riguardano quella parte del contesto urbanistico cittadino comprendente, principalmente, il quartiere di Montecalvario, con porzioni minori dei quartieri di San Ferdinando e Avvocata. Quest’area è caratterizzata, dal punto di vista urbanistico, da una struttura reticolare che scende dalle alture dominate da Castel Sant’Elmo, sorte intorno al XVI secolo per ospitare le guarnigioni militari spagnole destinate alla repressione di eventuali rivolte della popolazione napoletana; da subito quindi, la vita al suo interno fu caratterizzata da atti di criminalità, che ne accompagnarono la fama per lungo tempo. Dal 2012 sono state intensificate le azioni di riqualificazione della zona, che ha cominciato così a conoscere una riabilitazione dal punto di vista turistico, favorita dalla particolare conformazione urbanistica e dalla presenza di nuovi negozi, punti di ristorazione e piccoli mercati che offrono scorci particolarmente apprezzati da curiosi e turisti provenienti da ogni parte del mondo.

POSILLIPO

Il Lungomare di Napoli è stata la prima indimenticabile residenza di Maradona al suo arrivo in città, dove alloggiò per i primi sei mesi della sua esperienza partenopea prima di trasferirsi nel 1985 a Posillipo, nella celebre casa di via Scipione Capece. Dal 1985 al 1991 un presidio di tifosi quasi fisso, a tutte le ore del giorno e della notte, animava la via, nella speranza di incontrare o di vedere, anche solo per un istante, il proprio idolo. Posillipo, che conta poco più di 20 mila abitanti, è un quartiere residenziale collinare della città di Napoli, integrato nel comune del capoluogo campano dal 1925, caratterizzato dallo stupendo panorama sul litorale cittadino e sul golfo che si gode da diverse angolazioni; da qui nasce proprio il nome che, in greco antico, significava “che fa cessare il dolore”, con riferimento alla gioia che si gode proprio per il belvedere. 

Posillipo vista da Marechiaro – Antonio Manfredonio CC BY-SA 3.0

TEATRO SAN CARLO

Lunedì 16 gennaio 2017 è una data importante nella love-story tra Maradona e la città di Napoli: in scena sul palcoscenico del tempio della lirica, il calciatore fu protagonista assoluto di “Tre volte 10“, il live show scritto e diretto da Alessandro Siani, che fu un successo assoluto e fece registrare il sold out. È su questo prestigioso palcoscenico che, riferendosi alla sua maglia da gioco, Maradona dichiarò: “Con questa addosso ho sognato. Venivo dal Barcellona e rifiutai il rinnovo del contratto anche se mi offrirono cinque volte tanto. Ma il mio cuore mi diceva di andare al Napoli, perché quella città mi stava aspettando. Perché invece dei soldi preferivo correre dietro ad una palla”. Il Real Teatro di San Carlo, questo è il nome corretto, è il più antico teatro d’opera del mondo ad essere tuttora attivo, primo teatro italiano ad istituire una scuola per la danza: fondato nel 1737, ben 41 anni prima del Teatro alla Scala di Milano e 55 anni prima del Teatro La Fenice di Venezia, aveva in origine una capienza di 3.285 spettatori, ridotti poi a 1.386 in seguito all’applicazione delle normative sulla sicurezza. Il Teatro San Carlo è stato inserito dall’UNESCO tra i monumenti considerati Patrimonio dell’Umanità.

PIAZZA PLEBISCITO

Piazza del Plebiscito Napoli – NICOLA CC BY 2.0

Ubicata nel centro storico, tra il lungomare e via Toledo, con una superficie di circa 25 mila metri quadrati, la piazza si presenta come una delle più grandi della città e d’Italia: chiusa lateralmente da due edifici simmetrici ed identici, gli odierni Palazzo della Prefettura (verso l’entroterra) e Palazzo Salerno (verso il mare), la piazza assume una scenografica forma rettangolare con esedra porticata a semicerchio, con un ampio spazio di passeggio al suo interno. Per questo motivo è luogo ideale per grandi manifestazioni ed è questa anche la tappa finale del nostro tour di Napoli, accompagnati dal mito di Maradona: proprio qui, il 5 luglio 2017, dopo l’attribuzione della cittadinanza onoraria all’ormai ex calciatore, da parte del sindaco di Napoli Luigi de Magistris a Palazzo San Giacomo, una folla di circa 15 mila napoletani accolse l’idolo su un palco allestito per consentire un ultimo caloroso abbraccio della città al proprio beniamino.

 

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