Il primo documento che ha definito i limiti della Franciacorta è lo “Statuto” del doge Francesco Foscari del 1429, ma come scopriremo in questo articolo, sull’origine del nome di questa incantevole terra, sopravvivono teorie di diversa natura. In tale documento, si chiariva che al territorio così definito, appartenevano la Quadra di Rovato e quella di Gussago che comprendevano i seguenti comuni: Rovato, Coccaglio, Erbusco, Calino, Cazzago, Camignone, Bornato, Passirano, Paderno, Gussago, Brione, Cellatica, Sale, Castegnato, Ronco, Rodengo, Saiano, Ome, Monticelli Brusati, Valenzano, Polaveno, Provezze e Provaglio. Dalla definizione del Foscari erano esclusi i comuni della quadra di Palazzolo che invece ora sono considerati parte della Franciacorta ossia Adro, Capriolo, Colombaro, Nigoline e Timoline.
Il territorio, per lo più collinare e anticamente cosparso di boschi, ha subito una profonda trasformazione attraverso l’impianto di numerosi vigneti che ne hanno caratterizzato sia l’aspetto paesaggistico che, in misura ancora maggiore, l’impatto culturale. Sulle colline della Franciacorta la vite è stata infatti impiantata fin dalle epoche più remote, come dimostrano i rinvenimenti di vinaccioli di epoca preistorica e materiale archeologico rinvenuto un po’ su tutta la zona, ma il nuovo corso della vitivinicoltura della Franciacorta inizia a tutti gli effetti al principio degli anni sessanta con la nascita delle prime cantine e poi via fino ad oggi, con una superficie destinata alla vite che supera di poco i duemila ettari.
Il fascino di questa terra è ora racchiuso in un film “F for Franciacorta”, un progetto fortemente voluto da tutti i produttori del Consorzio Franciacorta, la cui realizzazione ha impegnato un anno e mezzo di lavoro e regala venti minuti emozionanti, di colori, musica e testimonianze, senza utilizzo di effetti speciali, per raccontare un grande vino e la sua terra. Non potendo, attraverso queste pagine, farvi assaporare lo splendido gusto dei vini prodotti da questo territorio, vi raccontiamo alcune curiosità interessanti che, ci auguriamo, vi porteranno a desiderare di scegliere la Franciacorta come una delle vostre prossime mete.
“A ben riflettere, si può bere
FRIEDRICH RÜCKERT
il vino per cinque motivi:
primo per far festa,
poi per colmare la sete,
poi per evitare di avere sete dopo,
poi per fare onore al buon vino
e, infine, per ogni motivo.”
(1788-1866, POETA E STUDIOSO)
LA CONTROVERSA STORIA DEL NOME
L’etimologia del nome Franciacorta è un argomento estremamente controverso, discusso da molti studiosi, ma ancora privo di una soluzione definitiva; certo è che la sua prima apparizione avvenne in un codice queriniano, risalente al 1277, che contiene gli statuti comunali di Brescia.
Sono innumerevoli gli storici che si sono cimentati a dare una soluzione al mistero, o semplicemente hanno smontato la teoria di qualcuno che li ha preceduti, senza però fornire indicazioni aggiuntive, dando quindi a questo prezioso fazzoletto di terra un tocco di mistero e originalità ancora più esclusivi.
Secondo Jacopo Malvezzi, il nome deriverebbe dal lungo soggiorno che vi fecero i francesi sotto Carlo Magno e tale appellativo sarebbe riconosciuto sin dall’anno 774; Elia Capriolo usa la definizione castelletto di Franciacurta, narrando della guerra civile suscitata in Brescia nel 1200, ma non chiarisce se quel nome esistesse già in precedenza; Ottavio Rossi racconta di una contrada, affermando “hà l’aria sanissima, ed è tutta fruttifera, e piena di colline apriche, e delitiose” e mette in gioco il termine Francia Curta per identificare l’area; la teoria è parzialmente condivisa da Pietro Bravo, che non disdegna però neppure la versione di Jacopo Malvezzi.
Ce ne sono molti altri, per essere onesti, ma qui ci fermiamo, affermando che la versione più accreditata sembra proprio far risalire il nome Franciacorta all’origine franca delle principali corti site nell’arco morenico, in riferimento al fatto che i principali centri dell’arco morenico erano all’origine corti altomedievali, che con l’arrivo dei monaci cluniacensi godettero di franchigie (curtes francae). Queste le controverse cronache, da parte nostra non ci schieriamo, onde non alimentare una polemica storica già di per sé assai ricca.
LAGO D’ISEO
Monte Isola, la montagna su un’isola, uno de “I borghi più belli d’Italia” e l’isola lacustre abitata più grande d’Europa, è stata il punto di riferimento dell’estate 2016 di milioni di persone. Certo, perché per un mese non s’è fatto altro che parlare di “Floating Piers”, l’installazione artistica temporanea dell’artista Christo, concepita come una passerella, che attraversava le sponde del lago d’Iseo, realizzata con circa 220.000 cubi di polietilene ad alta densità ricoperti da 100.000 metri quadrati di tessuto giallo brillante, che vedeva proprio Monte Isola come punto centrale intorno al quale si sviluppava l’opera. Circa un milione e mezzo di persone ha passeggiato sulla mitica passerella, ma è assolutamente incalcolabile il numero di individui che hanno osservato quest’opera miracolosa attraverso il web, soprattutto per i numerosi commenti postati su Facebook e lo foto pubblicate su Instagram.
Lungo le pendici e in riva al lago di questa amena località, sono dislocati 11 centri abitati, pittoreschi e dal sapore antico, dove sono ben custodite arti e mestieri di un tempo. Raggiungendo la cima dell’isola, all’altezza del Santuario della Madonna della Ceriola, si può godere del panorama del lago a 360 gradi, dove è impossibile resistere all’impulso di scattare una foto.
Il modo più caratteristico di visitare l’isola è di raggiungerla con un naëcc, l’imbarcazione tipica del lago d’Iseo dalla caratteristica forma affusolata simile a una gondola, 7 metri di lunghezza, 1,47 di larghezza complessiva con un fondo piatto di 80 centimetri; l’unica eccezione a queste misure è stata concessa nella lunghezza, avvenuta nel 1958, con l’aggiunta del motore a poppa.
LA FRANCIACORTA AL CINEMA
Del 2001 è un film per la televisione diretto da Lina Wertmüller, basato sul romanzo omonimo di Maria Orsini Natale, il cui titolo è “Francesca e Nunziata”, ambientato in parte nella splendida cornice della Franciacorta e dei suoi vigneti, con molti interni girati in una villa seicentesca della zona. Durante le riprese, Sophia Loren, tornata alle scene dopo diversi anni di assenza e che nel film canta anche una canzone nei titoli, ha alloggiato per un mese all’ultimo piano dell’Hotel Albareta di Erbusco, da cui la vista spazia fino al lago d’Iseo.
Diretto da Claudio Uberti e uscito in Italia il 15 ottobre 2015, il film “Rosso Mille Miglia” narra la storia di Maria Esse, una giornalista che torna in Italia dopo 15 anni d’assenza per redigere un articolo per conto di un giornale tedesco sulla prossima edizione della storica corsa Mille Miglia.
Il regista Claudio Uberti, “discepolo” della grande Lina Wertmuller, racconta per la prima volta il mondo della celebre corsa bresciana, anche grazie alla sua esperienza diretta in zona, essendo nativo di Chiari.
Ancora più recente è “My Father Jack”, diretto da Tonino Zangardi, la cui uscita nelle sale cinematografiche è del 19 maggio 2016; si tratta di una pellicola che mescola la commedia e il gangster movie, dove un avvocato trentenne viene coinvolto in una serie di vicende grottesche. Girato a Trento, sul lago d’Iseo in Franciacorta e nei paesi di Sulzano, Iseo e Sale Marasino, il film si è scontrato con giudizi non del tutto positivi da parte della critica, che gli ha imputato alcuni errori grossolani, buchi di sceneggiatura e situazioni poco credibili. Sicuramente curioso invece trovare il Lago d’Iseo protagonista di uno spot pubblicitario di automobili: si tratta di un’idea della Mercedes, per una promozione destinata al mercato asiatico, girata nel luglio del 2012; nello spot, il protagonista George Clooney guida un aereo e un motoscafo in una sfida contro una Mercedes che percorre una strada sulle sponde del lago d’Iseo.