Lodi: la città della “pace”
Il comune di Lodi, che conta poco più di 45 mila abitanti, è il capoluogo della provincia omonima all’interno della regione Lombardia, evoluzione della città fondata il 3 agosto 1158 da Federico Barbarossa, in seguito alla distruzione dell’antico borgo di Laus Pompeia, già municipium romano, sede vescovile e libero comune; il diploma imperiale emesso da Federico Barbarossa venne poi confermato dalla Imperial Regia Patente del 24 aprile 1815. L’evento più significativo della storia di questa piccola città è, senza dubbio, la firma del trattato di pace tra la Repubblica di Venezia e il Ducato di Milano, che mise fine alle guerre tra Milano e Venezia e i loro alleati che dilaniavano la Penisola dall’inizio del secolo, garantendo quattro decenni di stabilità e crescita che costituirono la base del Rinascimento. Era il 9 aprile del 1454 e proprio Lodi fu scelta per ospitare un evento epocale, mai dimenticato nei secoli a venire, perché la firma di quel trattato coinvolse gli Stati preunitari italiani, che di fatto rappresentavano le numerose entità territoriali politiche, autonome ed indipendenti, esistite in Italia prima della proclamazione del Regno d’Italia, avvenuta nel 1861. Oggi Lodi è un importante centro industriale nei settori della cosmesi, dell’artigianato e della produzione lattiero-casearia, oltre ad essere considerato un punto di riferimento di un territorio prevalentemente votato all’agricoltura e all’allevamento. Proprio per questa propensione e per l’impegno mostrato nel tempo dal suo territorio, Lodi è stata scelta come sede della facoltà di medicina veterinaria dell’Università degli Studi di Milano, nonché del Parco Tecnologico Padano, uno degli istituti di ricerca più qualificati a livello europeo nel campo delle biotecnologie agroalimentari. Nella tradizione sportiva di Lodi, oltre alla squadra dell’A.S. Fanfulla, protagonista nel campionato di calcio Serie B tra gli anni Trenta e gli anni Cinquanta, che si è poi aggiudicata nel 1984 una Coppa Italia Serie C, va segnala la forte tradizione legata all’hockey su pista, con l’Amatori Lodi che ha riempito la propria bacheca con quattro scudetti, quattro Coppe Italia, due Supercoppe italiane, una Coppa di Lega, una Coppa delle Coppe e una Coppa CERS. Nel nostro speciale vi portiamo alla scoperta di alcune amenità di questo piccolo territorio.
LODI: UNO SCRIGNO DI TESORI UNICI
Una delle prime cose che colpisce di Lodi è il gemellaggio con l’acqua: il territorio comunale è infatti attraversato dall’Adda e da numerosi altri corsi d’acqua, tra cui il canale della Muzza, che ne definisce il confine verso ovest, la roggia Bertonica e la roggia Molina, oggi poco visibile, dal momento che il tratto urbano è quasi del tutto sotterraneo. Ciò che vi colpirà e ricorderete, sono di certo le decorazioni in ferro battuto del primo Novecento, una caratteristica del centro storico di Lodi, che potrà farvi sentire in un angolo di Parigi o di Bruxelles. Il cuore della città è senza dubbio Piazza della Vittoria, di forma quadrangolare, dedicata alla vittoria della Prima guerra mondiale. Si tratta di una delle più belle, ampie e vivaci piazze d’Italia, caratterizzata dalla settecentesca pavimentazione a ciottoli di fiume con trottatoie ai lati e un disegno geometrico a quadrilatero di beole di pietra al centro. La Cattedrale e il Municipio, affiancati, sono il punto di riferimento principale e, attorno ad essi, sorgono case a portici irregolari dal XIV al XX secolo, tra le quali si distingue Palazzo Vistarini, dimora castellata del XIV secolo, che nel lato verso corso Vittorio Emanuele si trasforma nel settecentesco Palazzo Barni, la cui famiglia è artefice delle forme barocche che lo contraddistinguono. Su piazza della Vittoria si affaccia la Basilica della città: la cattedrale della Vergine Assunta, nonché Duomo di Lodi, con la sua facciata massiccia, finemente decorata, con a lato l’alto campanile. Le sue dimensioni sono talmente grandi che si tratta di una delle chiese maggiori di tutta la regione Lombardia. Gli interni, divisi in tre navate separate da alti archi, sono piuttosto ricchi e decorati e conservano tantissime opere d’arte. Assolutamente da visitare è la cripta, la parte più antica di tutta la cattedrale della Vergine Assunta, dove si trova l’antico altare, all’interno del quale sono conservati i resti di San Bassiano, patrono della città, all’interno di una teca d’argento. A lato del Duomo si apre una piccola piazza, con al centro il fonte battesimale della cattedrale, qui però riadattato a fontana; da ammirare è Palazzo Broletto, ovvero l’edificio che ospita il municipio della città di Lodi, contraddistinto al pian terreno da due grandi porticati, mentre al piano superiore è presente la loggia sulla quale si affaccia la sala del consiglio comunale. Da non perdere sono anche il Tempio dell’Incoronata e la Chiesa di San Francesco, tappe obbligate prima di spostarsi in provincia.
UNO SGUARDO ALLA PROVINCIA DI LODI
La provincia di Lodi, con i suoi 782 chilometri quadrati, è una delle più piccole per dimensione in Italia, si posiziona infatti oltre il centesimo posto globale, ma è particolarmente popolosa, con ben 60 diversi comuni nel territorio, tanti quanto le province di Viterbo o di Belluno, la cui estensione è circa cinque volte superiore. La densità di popolazione è infatti molto elevata, tanto da posizionare la provincia di Lodi alla posizione numero 24 nazionale di questa statistica, confermando gli elevati valori che, in generale, contraddistinguono diverse province lombarde. È una provincia molto giovane, se pensiamo che la sua nascita è datata 6 marzo 1992, a seguito dello scorporo di una sessantina di comuni dalla allora provincia di Milano, dei quali solo cinque si fregiano del titolo di città: Lodi, Codogno, Casalpusterlengo, Sant’Angelo Lodigiano e Lodi Vecchio. Un territorio definito quasi interamente dalla Pianura Padana, dove il terreno è tipicamente alluvionale, generalmente composto di arena o siliceo calcarea, con la collina di San Colombano, il punto più alto della provincia, che raggiunge un’elevazione massima di soli 147 metri di altitudine. Visitare la provincia è quindi estremamente semplice e dei tanti curiosi comuni che si possono incontrare, ve ne segnaliamo alcuni, senza volere stilare nessun tipo di classificazione. Non si può che iniziare con Lodi Vecchio, che in epoca romana si chiamava Laus Pompeia, distrutto a metà del XII secolo e in seguito ricostruito, dove si possono ammirare il settecentesco Palazzo Rho e la Basilica di San Bassiano, nota anche come Basilica dei XII apostoli. Nel centro abitato si può visitare anche la Parrocchiale di San Pietro Apostolo. A Tavazzano con Villavesco possiamo viceversa ammirare alcuni dei monumenti più antichi del territorio: l’ex chiesa che si affaccia sulla via Emilia, edificata nel 1627 ma sconsacrata, e la Chiesa Parrocchiale della frazione Villavesco del 1630. Di recente costruzione sono le due parrocchiali, volute nel 1954 dal vescovo di Lodi, dedicate a San Giovanni Battista a Tavazzano e alla Madonna Assunta a Villavesco, dove è conservato un dipinto seicentesco, raffigurante San Bassiano, a figura intera, in abito vescovile, restaurato nel 2019. Ad appena 4 chilometri, sempre sulla Via Emilia, l’antica strada romana fatta costruire dal console Marco Emilio Lepido per collegare in linea retta Ariminum (Rimini) con Placentia (Piacenza), troviamo Sordio, una zona di passaggio, ma che presenta aspetti per cui è interessante addentrarsi al suo interno. Consigliamo ad esempio di passeggiare per il mercato, che si svolge in Piazza Liberazione il sabato, ma anche visitare la Chiesa di San Bartolomeo, a pianta longitudinale con due cappelle simmetriche e un grande abside semicircolare. Il comune di Cavenago d’Adda, situato tra il fiume Adda e il canale Muzza, basa la sua economia agricola sulla monocultura del mais e la produzione di foraggi per l’allevamento bovino da latte. Vale la pena fermarsi per una visita alla neoclassica Chiesa Parrocchiale di San Pietro Apostolo, con campanile romanico e al santuario della Madonna della Costa, fiori all’occhiello di un paese che vanta ville risalenti al Settecento e all’Ottocento e il Museo della Civiltà Contadina “Ciòca e Berlòca“. Attestata per la prima volta nel 975, San Martino in Strada offre una Chiesa Parrocchiale del 1516 dedicata a San Martino, in forme classicheggianti, che presenta un protiro con colonne ioniche e ornati in cotto sulla facciata, mentre al suo interno a tre navate, suddivise in quattro campate, si possono ammirare decorazione ad affresco del secolo scorso.
NON UNA SOLA LODI
La toponomastica è lo studio scientifico dei nomi di luogo, considerati nei loro tipi di derivazione, apposizione, composizione, o nei loro strati storici; molti nomi sono di ispirazione e stimolano casi di imitazione, come testimonia Venezia che, grazie anche alla sua tipicità di città “nell’acqua”, viene replicata nel nome e nella conformazione in molti angoli del pianeta. Genera di certo curiosità scoprire che Lodi è fra le città minori italiane che hanno avuto più “duplicazioni” nel mondo, in particolare negli Stati Uniti. Già nel 1936, lo storico lodigiano Giuseppe Agnelli pubblicò un volume “Il nome e la memoria di Lodi nel mondo” a cura della Banca Popolare di Lodi, nel quale vi era un capitolo curato da Antonio G. Riu che citava una decina di località col nome di Lodi tra Africa, Oceania e Nord America. Sorge spontaneo il quesito su come sia potuto accadere un fatto simile in riferimento ad un centro piccolo e non legato ad eventi di altissima risonanza internazionale. Sembra che l’autore inconscio di questa campagna di informazione sia stato Napoleone che, il 10 maggio 1796, sconfisse proprio sul ponte di Lodi la retroguardia dell’esercito austriaco, aprendo così la strada per la conquista di Milano, avvenuta qualche giorno dopo. Questo difficile successo contribuì in modo notevole a nutrire l’ambizione che porterà Napoleone a diventare Imperatore e fu ripetutamente celebrato nelle successive occasioni di successo, portando il nome di Lodi fino in Tasmania, dove “Cape Lodi” rimane ancora oggi il nome di un promontorio dell’isola australiana, uno dei pochi sopravvissuti ai cambiamenti imposti dalla successiva dominazione inglese. Nel 1848 il nome di Lodi fu dato anche a un piccolo villaggio a 80 chilometri a sud di Algeri, nei pressi della città di Medea, attualmente divenuto Drâa-Esmar, recentemente richiamato alla memoria storica perché sede di un discusso campo di prigionia durante la guerra di indipendenza algerina. Anche in Turchia e nello Zaire esistono segnalazioni simili, ma è negli Stati Uniti d’America che Lodi (o meglio “Lodai” come dicono lì) ha trovato maggiori corrispondenze, alcune oggi scomparse. La City of Lodi, in California, vanta 64 mila abitanti ed è formalmente gemellata con la Lodi originale: il nome le fu attribuito nel 1874, anche se non è del tutto certa la ragione (si dice possa essere il nome di un famoso cavallo da corsa o di un emigrante), ma comunque di certo ispirata dalla cittadina lombarda. La Lodi nel New Jersey è datata 1825 e non ci sono dubbi che abbia preso ispirazione proprio dalla città italiana, come anche la Lodi nel Wisconsin, chiamata così perché adagiata su un fiume proprio come Lodi con l’Adda, mentre è del 1826 la nascita di una Lodi nello stato di New York. In Ohio, invece, il perché ci sia una piccola Lodi è dibattuto tra la notorietà della battaglia di Napoleone e possibile derivazione dalla lingua dei nativi indiani del territorio. Comunque sia, per una piccola città come Lodi, queste “repliche” non possono che fare piacere, a prescindere dall’affidabilità delle documentazioni storiche che ne supportano la nascita.