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Una Milano vista dai navigli

I milanesi e i lombardi hanno da sempre usato i Navigli per il trasporto, per l’irrigazione e per il vivere quotidiano. Personaggi illustri hanno contribuito a scriverne la storia, tra gli altri gli Sforza e i Visconti, Leonardo, Maria Teresa d’Austria e Napoleone. La presenza dei navigli all’interno di Milano ha calato il proprio impatto nel momento in cui gran parte dei percorsi sono diventati sotterranei e la navigazione di quelli scoperti è diventata del tutto marginale. I più giovani li scoprono di notte, gli amanti dello shopping in occasione dei mercatini, ma i navigli restano uno degli aspetti più caratterizzanti di Milano.
Vivere la realtà dei navigli può essere un forte stimolo per progettare un weekend in una Milano più a misura d’uomo, dove cultura e natura stemperano con l’iperattività della metropoli.

«Roma l’ha g’ha el so fiumm:
ghe l’ha Paris. La se stravacca
Napoli in del mar. Milan l’ha
g’ha el Navilli. E poeu se dis.»

Paolo Buzzi

LA STORIA

Sono 5 i Navigli lombardi: Bereguardo, Grande, Martesana, Paderno e Pavese. Si tratta dei più antichi canali artificiali d’Europa. Costruiti a partire dal XII secolo permettevano di collegare Milano con il Lago Maggiore (attraverso il fiume Ticino), con il Lago di Como (attraverso il fiume Adda) e con la città di Pavia e il fiume Po. Erano importanti vie d’acqua per il trasporto e per l’irrigazione dei campi. Lungo questi canali si è sviluppato, nei secoli, un patrimonio rappresentato da nobili residenze estive, mulini, castelli, abbazie, paesaggi rurali e naturali bellissimi.

Naviglio Grande, fine del XIX secolo

I Navigli sono pertanto lunghi ben 150 km e interessano il territorio compreso tra il Ticino, l’Adda, i laghi prealpini e il Po. Le loro acque irrigano migliaia di ettari di pianura e lungo le loro sponde corrono i principali itinerari dell’area metropolitana milanese.
Allo svantaggio di esser priva di un fiume navigabile Milano aveva rimediato costruendo il sistema dei Navigli (Naviglio Grande e di Bereguardo 1151-1457, Naviglio della Martesana e di Paderno 1457 -1770 e Naviglio e Navigliaccio di Pavia 1350-1819).
Tale sistema nacque con funzioni che volevano essere di irrigazione, difensiva, di navigazione ed energetica.

Conca del Naviglio, fine del XIX secolo

I cospicui vantaggi economici derivanti dalla possibilità di sfruttare i trasporti su acqua alimentò, fin dal medioevo, l’interesse dello Stato di Milano allo sviluppo e al mantenimento di un sistema di navigli, che consentisse al capoluogo milanese di supplire alla mancanza di un corso d’acqua naturale che lo attraversasse con una rete di canali, in grado di collegarlo con i fiumi situati ad ovest e ad est, il Ticino e l’Adda, lungo la linea degli scambi commerciali con la Valtellina e i Grigioni da una parte, e con Pavia e il Po dall’altra.

LA MOVIDA MILANESE

Negli ultimi decenni, il quartiere di Milano che gravita intorno alla Darsena ed ai Navigli è divenuto “residenza” prediletta di artisti e storici bottegai, luogo di conservazione di molte tradizioni ed insieme centro della “movida” cittadina.
Le vetrine di pittori e pellettieri che affacciano sulla strada, i meravigliosi scorci del Vicolo dei Lavandai e le prelibatezze dei molti ristoranti tipici, la vitalità delle birrerie più alla moda: è così che i Navigli, oggi, si presentano agli occhi dei molti turisti italiani e stranieri che ne riempiono le vie, rendendoli di fatto la più affascinante destinazione del turismo e del tempo libero di tutta Milano.

Arte, sport, musica e spettacolo da alcuni anni sono diventati elementi imprescindibile dai Navigli: l’acqua è cultura, è divertimento, è luogo d’ incontro. Per ogni stagione c’è un evento e un’occasione per darsi appuntamento sui Navigli: i canali, ieri come oggi, rappresentano le arterie vitali della città e del territorio, animate anche dalle attività che in ogni stagione li animano.
Le cronache più recenti vedono questi luoghi tanto amati da coloro che amano “vivere la notte”, nel centro del mirino per il loro legame con il consumo di alcol e i disturbi notturni, ma anche questo velo non ha offuscato l’alone di fascino e mistero che i navigli producono.

LA POETESSA DEI NAVIGLI

Alda Merini, nata e vissuta a Milano (21 marzo 1931 – 1 novembre 2009) è stata una poetessa, aforista e scrittrice italiana. Ha abitato in prossimità dei Navigli, dove ha frequentato luoghi quali il caffè-libreria “Chimera”, parlando agli amici dei suoi dattiloscritti e prendendo ispirazioni proprio da questo luogo ricco di fascino.
Per tutti coloro che hanno apprezzato le sue opere, Alda Merini è conosciuta con l’appellativo “la poetessa dei Navigli”.
Una breve poesia che la ricorda, scritta da Cesare Borroni, mostra questo suo stretto legame con una delle aree più affascinanti della metropoli lombarda:

GIULIANO GRITTINI CC 3.0 Unported

I TUOI NAVIGLI, ALDA
I tuoi Navigli, Alda,
arterie di vita
di una città antica,
nello scorrere dell’acqua,
traghettatrice di valori passati.
Si specchiava Milano,
nella superficie tremula
del lento andare
della corrente.
Le rive ricordano ancora i passi
del tuo trascorso cammino,
mentre il tuo sguardo
accarezzava tenero le sponde.
Memorie di un tempo andato,
su cui aleggi ancora!

IL RITORNO DEI NAVIGLI

Riaprire i Navigli in centro a Milano? Per molti è un sogno, per tanti solo una «boutade». Ma c’è chi da anni lavora perché ciò che oggi sembra impossibile diventi una realtà. E per la prima volta, dopo ottant’anni che i Navigli nella cerchia interna sono relegati sotto i tombini, c’è davvero un progetto, sebbene preliminare, per ridonare a Milano il fascino della città d’acqua. Il progetto, firmato dall’Istituto per i Navigli e dall’Associazione Amici dei Navigli è un piano che l’assessore ha definito «un coraggioso balzo all’indietro nel nostro passato, per proiettare Milano in un futuro in cui l’acqua tornerà ad essere finalmente protagonista. Un progetto importante, che ha il pregevole requisito della fattibilità».
In tal proposito è interessante visitare il sito www.riaprireinavigli.it che è stato promosso dall’associazione “Riaprire i Navigli” e che si propone di riattivare il sistema della vie d’acqua lombarde riaprendo la fossa urbana dei Navigli, chiusa a Milano tra gli anni ’20 e gli anni ’60.
La riapertura dei Navigli, di cui si tratta, non intende riprodurre un passato ormai lontano, né porsi come un’opera di puro maquillage urbano (magari per punti o per tratti, come fino ad ora è stato prospettato), bensì promuovere una nuova opportunità di riqualificazione della città, in termini ambientali e paesaggistici, ed un nuovo tipo di sviluppo economico legato alla cultura ed alla qualità dell’ambiente e del paesaggio.
Una prospettiva molto affascinante, non più per finalità di trasporto merci, ma per i nuovi bisogni del turismo, del tempo libero, della cultura e del paesaggio, facendo rientrare a pieno titolo Milano tra le “città d’acqua” europee.

GASTRONOMIA

ll Sistema Navigli fu progettato per molteplici scopi, non per ultimo anche quello dell’irrigazione dalla quale ancor oggi, dalle bocche che furono studio di Leonardo, molti agricoltori traggono l’acqua per le loro coltivazioni. In questa quasi millenaria storia agricola si è sviluppata una cultura gastronomica legata alla stagionalità e all’eccellenza delle produzioni locali, che da sempre hanno saputo trarre il meglio anche dalla trasformazione dei prodotti agro-alimentari. I prodotti tipici di queste zone, sono legati all’eredità sapientemente tramandata di una ricca cultura contadina, risultante da un lungo processo che ha saputo trarre il massimo da ciò che era disponibile in loco sapendosi adattare e contemporaneamente evolvere. Alcuni di questi prodotti tipici – come il riso Carnaroli, la pancetta Pavese, il salame d’Oca, la crescenza Lombarda, i Verzini, la Luganega Lombarda – hanno conquistato notorietà e fama sapendosi posizionare nel caso di alcuni prodotti anche sul mercato internazionale.

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