La cucina valdostana si è evoluta nei secoli soprattutto seguendo quelle che erano le necessità degli abitanti delle valli, spesso impossibilitati a muoversi per avverse condizioni climatiche o passi montani sbarrati, per cui si è sviluppata una cucina che utilizzava necessariamente le risorse alimentari già presenti sul territorio e tecniche di produzione antiche. Il primo ingrediente che viene in mente pensando a questo territorio è la fontina, formaggio preparato con il latte bovino delle mucche autoctone pezzata rossa e pezzata nera che viene prodotta secondo una procedura tuttora artigianale, con stagionatura in grotte umide e fresche per circa tre mesi, la cui durata determina il gusto più o meno piccante. Un piatto classico è rappresentato dalle minestre, realizzate in molte varianti, che prevedono però quasi sempre l’utilizzo di ingredienti quali pane di segale, fontina, cavoli lessati e brodo di carne; ad esse si affiancano altre prime portate tipiche, quali il risotto alla valdostana, dove la fontina si sposa alla perfezione con la consistenza del riso e gli gnocchi alla bava, con la fontina ancora protagonista, questa volta tagliata a fettine sugli gnocchi. Tra i secondi, un piatto tipico è la Carbonade, spezzatino di manzo fatto rosolare prima nel burro e poi cotto nel vino rosso con abbondante cipolla tritata, ma non può essere dimenticata la cotoletta alla valdostana, che usa il vitello, al quale viene aggiunta un’imbottitura con fontina, impanata e fritta nel burro. Il dolce più famoso della valle è il Mont Blanc, deliziosa piramide di marroni lessi uniti a zucchero, cacao, latte e rum e ricoperti di panna montata. Il pasto non può che finire con la grolla, ma è proprio da qui che è iniziato il nostro simbolico viaggio in Valle d’Aosta, un luogo dove potrete ritemprare le vostre energie in perfetta armonia con la natura.

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