Cultura

Il futuro si manifesta nella notte del Superbowl

Se siete amanti delle pubblicità, quelle veramente epocali, non avrete probabilmente perso la magica notte del Superbowl, la finale del campionato professionistico statunitense di football americano, che quest’anno si è disputata a Glendale, allo University of Phoenix Stadium, in Arizona.
Il Superbowl è l’evento televisivo più visto negli USA, con oltre 100 milioni di spettatori, seguito con passione anche da numerose altre parti del mondo; per capire la dimensione di questi numeri basta pensare che le finali del basket professionistico generano un’audience televisiva pari a 14 milioni di persone e che il mondo della Formula 1 festeggia il successo ottenuto dai Gran Premi negli States dello scorso anno, per avere toccato quota 3 milioni.
A prescindere dall’evento sportivo, che ha visto in finale la sfida Kansas City Chiefs vs Philadelphia Eagles, vinta dai primi per 38 a 35, la notte del Superbowl non è solo un momento di sport, ma anche di cultura, industria e commercio, con i più famosi registi, attori e personaggi pubblici ingaggiati dai più forti brand internazionali per presentare le proprie novità di mercato, i rilanci di prodotti consolidati o mostrare in anteprima i teaser dei film che dovranno sbancare il botteghino cinematografico nell’anno in corso.
Vi siete persi gli spot di quest’anno? Ecco una accattivante compilation di 28 minuti che miscela teaser e spot della magica notte americana, ma se non vi bastasse, sul web trovate altre selezioni, comprese classifiche dei migliori e peggiori spot secondo alcuni critici.
Ma le innovazioni raccontate nel Superbowl non vivono solo negli spot: ogni anno la tecnologia mette in scena innovazioni scientifiche che proiettano il mondo nel futuro e l’edizione di quest’anno è stata particolarmente prolifica in questo senso.
Ad esempio, delle 94 telecamere allo State Farm Stadium di Glendale, 32 sono ad alta frequenza di fotogrammi in Hdr, 12 delle quali sono 4K o superiore, che consentono una visione fantastica per i fan con le tv che la supportano, continuando l’esperimento che Fox Sports ha già fatto con successo in cinque partite di playoff.
Gli allenatori di entrambe le squadre finaliste hanno potuto contare su nuove applicazioni dell’intelligenza artificiale sviluppate dagli ingegneri della Brigham Young University per ridurre in modo significativo il tempo e i costi necessari per riprendere le partite, migliorando la formazione da schierare in campo e la strategia di gioco tramite il potere dei big data, un lavoro che oggi richiede il contributo simultaneo di diversi assistenti video piazzati in punti strategici dello stadio.
Diversi giocatori sono scesi in campo con il Q-Collar, una fascia che si posiziona intorno al collo proprio come una cravatta ed esercita una pressione sulla vena giugulare interna di chi lo indossa, una soluzione che consente di prevenire i frequenti incidenti alla testa e alla colonna vertebrale che colpiscono gli atleti.
Nel celebre film “Ogni maledetta domenica”, Al Pacino, impersonando l’allenatore Tony D’Amato, finiva il suo discorso ai giocatori prima di un match decisivo affermano “È il football ragazzi, è tutto qui”, ma la notte del Superbowl il football è molto di più.

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