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Un solo grido: come to Calabria!

La parola Calabria deriverebbe dal greco “Kalonbrion”, ovvero “Faccio sorgere il bene”, per la fertilità del territorio. Infatti, ancora oggi tutta la zona costiera (sempre contesa nella storia), è ricca di vasti oliveti, agrumeti e frutteti con produzioni tipiche, quali il bergamotto ed il cedro, e sempre abbondante è stata la produzione di ortaggi e di frutta, che oggi vengono esportati. Ma è l’insieme delle ricchezze naturali e paesaggistiche a rappresentare il vero patrimonio della regione. La Calabria è infatti un’immensa riserva naturale, testimone di guerre, di conquiste e di lotte al potere e ha lasciato un segno nella storia della civiltà. Un immenso patrimonio artistico e architettonico che è tra i più rappresentativi e preziosi del nostro “Paese”. Terra di straordinaria bellezza incastonata tra due mari, con 800 chilometri di coste e panorami incomparabili, con immense distese di verde e di cime digradanti a picco sul mare; per conoscere la vera immagine della Calabria non bisogna limitarsi a visitare la costa, ma addentrarsi alla ricerca di ambienti puri e incontaminati. La Calabria ha nel suo interno un territorio prevalentemente montano, immense distese di verde, laghi, cascate che solcano i monti e navigano verso il mare, e vette che formano naturali balconi che offrono una vista panoramica indimenticabile. Un mondo dove la natura si alterna ad antiche forme di civiltà, nel quale, tra morbidi sentieri, è possibile riscoprire luoghi abbandonati, chiese, monasteri, castelli, palazzi, ma anche luoghi dove sopravvivono secolari etnie, dialetti, tradizioni, arte, gastronomia, folklore. Scopriamo qui alcuni angoli esclusivi di questa magica regione.

GUARDAVALLE – GIOIELLO DELLO IONIO

Guardavalle è una cittadina del Versante Ionico delle Serre, posta al confine con le province di Reggio Calabria e Vibo Valentia. Il suo centro storico si adagia, a circa 200 metri di altitudine, in una ampia conca esposta a Sud, attraversata dal fiume Patella. Bagnata dal Mare Jonio è Guardavalle Marina, sua frazione costiera, mentre a 1050 metri sorge Elce della Vecchia, la frazione montana. Il suo territorio, un lungo rettangolo che, partendo dal mare, raggiunge la dorsale appenninica, geograficamente partecipa di quel tozzo promontorio culminante con Punta Stilo, l’antico Cocynthum, che delimita a Sud il Golfo di Squillace e che si protende verso la Grecia: posizione strategica che vi favorì il sorgere e il fiorire della città magnogreca di Kaulon. La fondazione di Guardavalle risale a circa 1300 anni addietro, quando gli abitanti delle città costiere magnogreche (e nel nostro caso di Kaulon), per sfuggire a invasione barbariche e ad incursioni piratesche, si trasferirono nell’interno, alla confluenza di due corsi d’acqua, in un’ampia conca esposta a Sud e nascosta agli occhi dei pirati e delle orde barbariche che dilagavano attraverso la pianura litoranea. Non bastando, però, questa difesa passiva, oltre al sistema delle torri costiere creato nel XVI secolo, si è dovuto fortificare per difendersi dalle ricorrenti incursioni, anche se delle sue 12 alte torri oggi rimane ben poco. Guardavalle è stato più volte saccheggiato dai Turcheschi e ha subito danni enormi a seguito dei frequenti terremoti che hanno afflitto la Calabria, regione altamente sismica.

In particolare, i sismi del 1659 e del 1783 rasero al suolo anche chiese, palazzi e torri. Nonostante il patrimonio architettonico e artistico sia stato da tanti eventi fortemente depauperato, l’abbondanza di quanto resta è un indice della laboriosità e della floridezza della comunità guardavallese, superiore anche come numero di abitanti a Stilo, centro amministrativo e politico della Contea cui Guardavalle apparteneva. Intorno alla Torre Vinciarello è sorta Guardavalle Marina, la frazione costiera che in questi anni si è trasformata in una moderna cittadina e apprezzato centro turistico, con 6 Km di spiagge. Il territorio di Guardavalle, delimitato dalle fiumare Assi e Lunari ed attraversato nel centro dal Patella, intorno alle cui rive si è sviluppato il centro storico, è molto fertile e vi si produce soprattutto olio, vino, agrumi. Percorrendo stradine e vicoli del centro storico si può vedere come il granito regni sovrano per decori ed elementi strutturali, per scalinate e davanzali, pavimentazioni, sia nelle più umili case come nei grandi palazzi, sia nei caratteristici “catòi “come nelle antiche chiese.

SANTA CATERINA DELLO IONIO

Sita in Provincia di Catanzaro, Santa Caterina si estende per oltre 41 kmq di territorio, dal Mar Ionio al Parco delle Serre. I suoi 2300 abitanti, detti caterisani, sono divisi in due centri: il borgo antico, a 480 m sul livello del mare, e la marina sulla costa del mar Ionio. Le origini del borgo risalgono al 980 d.c., quando, in seguito agli assalti saraceni, gli abitanti di piccoli villaggi si rifugiarono all’interno, costituendo un piccolo paese, cinto successivamente da mura, nelle quali si aprivano 4 porte. Il borgo medievale è molto suggestivo, con le sue stradine, chiese antiche, palazzi nobiliari e palazzotti dei signori locali dai bei portali in granito. Durante gli ultimi anni Santa Caterina dello Ionio ha avuto un notevole sviluppo diventando una cittadina turistica che ha saputo proteggere e valorizzare il proprio ambiente. Oltre sette km di spiaggia larga, bianca ed un mare dai colori indimenticabili sono a disposizione dei turisti. Inoltre, la mitezza dell’inverno e la splendida stagione che va da primavera ad autunno, ne fanno un luogo ideale per un soggiorno in gran parte dell’anno. La gastronomia caterisana, come tutta quella calabrese, è una mescolanza di sapori, culture, e tradizioni alimentari legati anche alla varietà geografica e climatica, con il pregio ancora di avere conservato le tradizioni e sapori antichi.

 

… il viaggio non finisce mai. Solo i viaggiatori
finiscono. E anche loro possono prolungarsi in
memoria, in ricordo, in narrazione. Quando il
viaggiatore si è seduto sulla sabbia della spiaggia
e ha detto: “non c’è altro da vedere”, sapeva che
non era vero. Bisogna vedere quel che non si
è visto, vedere di nuovo quel che si è già visto,
vedere in primavera quel che si è visto in estate,
vedere di giorno quel che si è visto di notte, con il
sole dove la prima volta pioveva, vedere le messi
verdi, il frutto maturo, la pietra che ha cambiato
posto, l’ombra che non c’era. Bisogna ritornare
sui passi già dati, per ripeterli, e per tracciarvi
a fianco nuovi cammini. Bisogna ricominciare il
viaggio. Sempre…

(Josè Saramago)

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