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Siena: un giorno tra colline e storia

Tutti associano l’immagine dell’incantevole città di Siena a quella dell’evento che, più di ogni altro, la rende celebre in tutto il mondo: lo storico Palio.
Due edizioni l’anno, a inizio luglio e a metà agosto, quattro giorni di intenso cerimoniale che viene sublimato dai pochi minuti di una gara folle e allo stesso tempo ricca di fascino che tiene tutti con il fiato sospeso.
La più appropriata definizione di questo acclamato evento, la troviamo nel sito ufficiale del Palio stesso. “Il Palio non è una manifestazione riesumata ed organizzata a scopo turistico: è la vita del popolo senese nel tempo e nei diversi suoi aspetti e sentimenti.
Esso ha origini remote con alcuni regolamenti ancor oggi validi dal 1644, anno in cui venne corso il primo palio con i cavalli, così come ancora avviene, in continuità mai interrotta”. Dire che Siena è incantevole sempre, a prescindere dai magici giorni del Palio, è un’ovvietà che non ci stancheremmo mai di ripetere, una città nella quale il confine tra passato e presente è assolutamente invisibile, un continuo che cattura qualsiasi visitatore, per trasportarlo in una favola senza fine, un museo vivente che testimonia l’invidiabile passato di tutta la Toscana.
Proprio Siena è il luogo di partenza della passeggiata che proponiamo, un percorso di poco superiore ai 200 chilometri che può essere serenamente consumato in una sola giornata. Una terra ricca di storia e incantevoli paesaggi, che va sfogliata come una margherita, respirandone il dolce aroma, per una giornata che, ne siamo certi, vi rimetterà in sintonia con la vostra anima.

MONTEPULCIANO

La nostra giornata inizia attraverso la comoda SS73, che da Siena porta a Perugia, per un primo trasferimento di circa 50 chilometri, fino a Sinalunga, un comune di oltre 12.000 abitanti che sorge sulle colline che separano la Val di Chiana dalla Valle dell’Ombrone, che deriva il proprio nome dal precedente Asinalunga, abbandonato nel 1864. Qui una breve sosta permette la visita della Collegiata di San Martino, eretta dal 1588, che conserva al suo interno, a croce latina ad una navata, varie opere d’arte, tra cui una Deposizione di Girolamo del Pacchia e tavole di Benvenuto di Giovanni e di Sodoma. La strada prosegue piacevolmente verso sud fino a Montepulciano, che domina la valle circostante dalla cresta di un’altura posta a 600 metri d’altitudine. Celebre soprattutto per il suo apprezzato vino e per le stupende cantine che meritano sicuramente una visita, Montepulciano è caratterizzata da un tono architettonico molto elevato, prettamente rinascimentale con echi fiorentini e può vantare fra i costruttori più prolifici, nomi illustri quali Michelozzo, Antonio da Sangallo il Vecchio, Baldassarre Peruzzi, Vignola. Proprio qui è nato Agnolo Ambrogini, il Poliziano (1454-1494), poeta, umanista e drammaturgo italiano, da cui gli abitanti hanno preso il nome di Poliziani. Il centro cittadino, protetto dalle antiche mura, offre un continuo susseguirsi di opere d’arte, quali il Duomo tardorinascimentale di Ippolito Scalza e il Palazzo Comunale, eretto in più fasi tra la fine del ‘300 e il ‘400, entrambi sulla Piazza Grande che, nella caratteristica tradizione senese, è in leggera pendenza. Fuori dalle mura, su una sorta di terrazzo naturale a dominio delle ondulazioni circostanti, va sicuramente visitata la Chiesa di San Biagio, un’opera così solenne da essere da molti definita con il termine di “tempio”. La suggestiva atmosfera di questa terra ha colpito il regista britannico Anthony Minghella essendo stata scelta come sfondo alle vicende del celebre film “Il paziente inglese” per il quale il regista ha vinto un Oscar.

CHIANCIANO TERME

Ad appena 10 chilometri da Montepulciano sorge Chianciano Terme, una delle località termali più famose d’Italia. Particolarmente fortunata la  posizione, a cavallo tra la Val d’Orcia con le sue crete (dal 2004 patrimonio dell’umanità dell’UNESCO) e la fertile Valdichiana, tra le colline dei vini di Montepulciano e le bellezze rinascimentali di Pienza. La città, che conta circa 7.000 abitanti, è un luogo di cura e di relax, arricchito recentemente dall’apertura dell’innovativa struttura delle Terme sensoriali nel cuore del Parco Acquasanta. La caratteristica termale è dovuta a 3 sorgenti bicarbonato-solfato-alcaline-terrose e una bicarbonato-alcalina-terrosa. Numerose testimonianze confermano la notorietà di questa località già in epoca etrusca e romana.

PIENZA

Poco oltre la metà del percorso che consigliamo, su un colle dominante un vasto panorama, sorge solitaria e silenziosa una piccola città voluta da un papa umanista e pianificata da un architetto del rinascimento, quasi la realizzazione della città ideale vagheggiata dall’umanesimo. In effetti, la storia di Pienza, al contrario di quella dei comuni vicini, non è caratterizzata da lunghi periodi di vicende medievali e guerre; la città infatti altro non era che un piccolo borgo fino al 1462, conosciuto col nome di Corsignano. L’evento che cambiò le sorti di Pienza fu la nascita nel 1405 di Enea Silvio Piccolomini che, divenuto Papa Pio II, volle trasformare il modesto luogo natale in una piccola città e ne affidò il compito a Bernardo Rossellino. In realtà l’opera restò incompiuta, ma la bellezza e particolarità di Pienza, sono sopravvissute ai secoli, con testimonianze quali la Piazza Pio II sul punto più alto del colle, la stupenda Cattedrale dedicata all’Assunta e il Palazzo Piccolomini. In pochi luoghi come a Pienza però, è sufficiente passeggiare per le vie del borgo, per respirare un’atmosfera di assoluta serenità e sentire il legame con le forti origini di questa terra.

MONTE AMIATA

Lasciate le atmosfere delle terme, che ritemprano il fisico, e la suggestiva cornice di Pienza, che ritempra l’animo, è tempo di salire ai 1.738 metri del Monte Amiata, un antico vulcano, ormai spento, con presenze di rocce e di laghetti di origine vulcanica, la cui ultima eruzione risale a circa 700.000 anni fa. Sulle pendici del monte si possono incontrare uliveti e vigneti, abbondano le castagne ed è facile imbattersi in cercatori di funghi, che si inoltrano nei boschi ma ai quali è sconsigliabile chiedere consiglio sui luoghi più indicati per riempire la propria cesta; un segreto appunto, custodito con gelosia e tramandato solo a voce. Una sosta obbligata prima di affrontare l’ascesa al Monte Amiata, è senza dubbio la visita ad Abbadia San Salvatore, un vero borgo medievale, ricco di case gotiche e rinascimentali. Il paese prende il nome dall’abbazia benedettina, fondata nel 743 dal re longobardo Rachis, di cui oggi rimangono solo la chiesa e la cripta. La storia ha riservato a questa località fasi di prestigio temporale in cui il Monastero, prima benedettino poi cistercense, ha esercitato un potere di rilievo in ampi territori posti sul versante orientale e su quello occidentale dell’Amiata. Stessa controversa sorte è toccata anche all’abbazia, troppo spesso al centro di controversie con il Papato di Roma. Da ricordare come dall’abbazia stessa provenga il celebre Codex Amiatinus, risalente al VII secolo, attualmente conservato presso la Biblioteca Laurenziana di Firenze.

MONTALCINO

Praticamente a metà strada tra Abbadia San Salvatore e Siena, si trova Montalcino, ultima tappa di questa breve gita tra i colli a sud di Siena, il cui nome deriva dalle parole latine mons (monte) e ilex (leccio), cioè “monte dei lecci”. Abitata con ogni probabilità già in epoca etrusca, l’area di Montalcino è citata per la prima volta in documenti storici risalenti all’anno 814. Come molti dei borghi medievali della Toscana, Montalcino ha vissuto lunghi periodi di pace e che hanno consentito agli abitanti una certa prosperità. Questa pace e la prosperità, tuttavia, è stata interrotta da una serie di episodi estremamente violenti. Dopo la caduta di Siena 1555 i nobili senesi si arroccarono in città per 4 anni con la speranza di poter un giorno ritornare a Siena. Ma alla fine anche Montalcino entrò a far parte del Granducato di Toscana fino all’Unita d’Italia 1861. In epoca più recente il successo di questa località è stato sancito dai vigneti che la contornano: il territorio infatti è celebrato per la presenza dei vigneti di Sangiovese che producono il famoso Brunello di Montalcino e anche vengono utilizzati per la produzione di due DOC: il Rosso di Montalcino e il S.Antimo. L’ultimo week-end di ottobre, per due giorni, si rievocano le sfide tra i vari quartieri di Montalcino, in occasione dell’apertura delle cacce: si tratta della caratteristica Sagra del Tordo, una delle innumerevoli manifestazioni che si tramandano da secoli, patrimonio inimitabile di tutta la Toscana. Utilizzando la Cassia, che ormai ha scordato i selciati di pietra dell’epoca romana per una più comoda strada di stampo internazionale, si torna a Siena attraversando l’area delle crete senesi, cullati dalle sinuose atmosfere del tramonto sulle colline di cipressi.

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