Territori

I segreti della cassoeula

È il piatto tipico della Brianza per eccellenza, presente nella cultura di altri territori limitrofi, ma che la tradizione brianzola difende come assolutamente autoctono, italianizzato anche con i termini cazzuola o cazzola, oppure anche bottaggio, termine che probabilmente deriva dal francese potage. Si dice che una buona cassoeulala g’ha de vess tachenta e minga sbrodolenta”, vale a dire che deve attaccarsi alla pentola e non essere brodosa, di certo non deve risultare unta. Si ritiene probabile che l’origine del piatto derivi dalla ritualità del culto popolare di Sant’Antonio abate, festeggiato il 17 gennaio, data che segnava la fine del periodo delle macellazioni dei maiali, ma la ricettazione come la conosciamo oggi nasce all’inizio del XX secolo, pur avendo origini molto più remote ma ancora assai controverse. La cassoeula viene fatta con carne di maiale, di cui praticamente non si butta via niente, perché nella pentola vanno messi anche gli scarti come piedini, musini e cotiche e i verzitt, i gustosi salamini verzini, assieme alla verdura che cuoce con la carne, assorbendone il gusto e il grasso, soprattutto le verze, che non possono mai mancare. Il piatto viene sempre accompagnato dalla polenta e da un importante calice di vino rosso.

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