Cuneo: la capitale verde del Piemonte
La provincia di Cuneo è al quarto posto in Italia per ampiezza di superficie, subito dietro le province di Sassari, Bolzano e Foggia; confina a ovest con la Francia, a nord con la città metropolitana di Torino, a est con la provincia di Asti, a sud con la Liguria e le province di Imperia e di Savona. Istituita nel 1859, presenta un territorio composto per il 51% da montagna, la cui vetta più alta è il Monviso, con i suoi 3.841 metri, per il 26% da collina e per il restante 23% da pianura. La vicinanza con le montagne, unitamente alla posizione presso la confluenza dei corsi d’acqua Stura e Gesso, su un “cùneo” la cui caratteristica conformazione ne ha ispirato il nome, la città di Cuneo viene comunemente definita la “Capitale verde del Piemonte”. Da sempre la città è attenta al tema “verde” e in epoca recente tra nuove costruzioni, recuperi e riqualificazioni, sono fioriti parchi, parchetti, giardini, aree verdi, aiuole e boschetti che hanno contribuito a consolidare l’appellativo che la città, e per derivazione la provincia, si sono guadagnate. Secondo un’indagine di Legambiente del 2013 Cuneo, con i suoi 27,08 metri quadri di verde fruibile, in media, per abitante, si collocava al sesto posto nella graduatoria nazionale tra le “piccole città”. Bastano alcuni numeri per confermare questa nomea: in città sono presenti 14.000 alberi, 15 chilometri di siepi, 1.350 panchine, 43 parchi giochi, 23 campi da calcio, 15 playground, 150 fontanelle pubbliche e 95 impianti di irrigazione automatici. Non di solo verde è comunque la storia di Cuneo e della sua provincia, che vanta anche una forte presenza di monumenti storici, testimonianze del passato, luoghi di interesse turistico e prodotti enogastronomici di assoluto rispetto. La nostra visita parte dal capoluogo, per spingersi poi in provincia a scoprire alcune interessanti curiosità delle zone circostanti, in un territorio le cui condizioni climatiche locali possono anche essere fortemente diverse tra la zona alpina, le Langhe e la pianura, specie per quanto riguarda l’andamento delle temperature, le condizioni di soleggiamento e il comportamento dei venti.
IN PIAZZA E DINTORNI
Purtroppo, poco o nulla è noto dell’antichità di Cuneo, i cui primi ritrovamenti risalgono all’epoca romana, in Contrada Mondovì e fanno supporre la presenza di una grande villa risalente alla Roma imperiale; né è da escludere che proprio sul “cùneo” sorgesse la città di Auriate, di cui restano solo sporadiche informazioni, che fu sede di episcopato e di una contea carolingia, probabilmente distrutta da un’incursione araba.
Il cuore della città è rappresentato dalla grande Piazza Galimberti, sede di un ricercatissimo mercato ogni martedì, che occupa uno spazio di ben 24.000 metri quadrati, da cui l’appellativo di “salotto di Cuneo”, qui si affacciano il Museo Casa Galimberti, antica residenza alto borghese e studio dove visse l’eroe partigiano Duccio Galimberti insieme alla famiglia e, sulla parte opposta, il tribunale cittadino. La piazza è stata costruita in stile neoclassico e ricorda vagamente i templi greci, per effetto delle colonne in rilievo sui muri dei dieci palazzi circostanti, che sono collegati da terrazzi a gruppi di cinque, mentre i portici attorno ad essa ricordano gli antichi archi di trionfo romani. Al centro della piazza si erge la statua che raffigura Giuseppe Barbaroux, avvocato generale presso il Senato di Genova nel 1815 e poi ambasciatore a Roma dal 1816 al 1824, vissuto a Cuneo tra il 1771 e il 1843. A sud-ovest della piazza si dipana Corso Nizza, centro dello shopping cittadino, che costituisce il prolungamento dei portici di via Roma ed è caratterizzato dall’ordinata imponente disposizione di palazzi che conducono idealmente sulla via per la Francia, che dista a sud meno di 40 chilometri di strada. Procedendo nella direzione opposta attraverso via Roma, interamente pedonale, si incontra la facciata neoclassica della Cattedrale di Santa Maria del Bosco, il cui nucleo originale era già esistente all’epoca della fondazione della città, caratterizzata dalla maestosa facciata neoclassica, con alte colonne corinzie. Antico priorato dell’abbazia benedettina di Borgo San Dalmazzo, l’edificio religioso venne ricostruito dal 1657 al 1660 su disegno dell’architetto Boetto e custodisce al suo interno la pala dell’altare maggiore di Andrea Pozzo e il tesoro della diocesi. Prima di abbandonare Cuneo è d’obbligo, comunque, una sosta presso Piazza Virginio, che ospita il grandioso complesso monumentale dell’ex chiesa e convento di San Francesco, al cui interno si possono ammirare le collezioni archeologiche ed etnografiche del Museo Civico, per chiudere con la salita sulla Torre Civica, costruita nel 1317, per ammirare uno splendido panorama che abbraccia la città, la pianura e le montagne.
BAROLO: UN VINO, UN LUOGO, UNA STORIA
Il Barolo è uno dei vini piemontesi più prestigiosi ed è conosciuto in tutto il mondo. La zona di produzione è soprattutto quella delle Langhe, ovvero quella compresa tra le province di Cuneo ed Asti, terra meravigliosa e tutta da scoprire. Sono le uve Nebbiolo a dare origine a questo vino di grande spessore che viene realizzato in undici comuni: Barolo, Castiglione Falletto, Serralunga d’Alba, Monforte d’Alba, Novello, La Morra, Verduno, Grinzane Cavour, Diano d’Alba, Cherasco e Roddi. Il cuore di questa eccellenza italiana è senza dubbio il borgo di Barolo, un centro che conta meno di 700 abitanti, le cui origini sono incerte, nonostante si creda che la zona fosse abitata in epoca preistorica da tribù celto-liguri, ma il cui primo insediamento documentato è di origine barbarica e risalente all’Alto Medioevo. Barolo è dominata dal suo castello che si ritiene sia stato eretto inizialmente, nel X secolo, da Berengario, che consentì al feudatario locale l’erezione di una difesa efficace contro le frequenti scorrerie degli Ungari e dei Saraceni. Di quella struttura originaria, in realtà, rimane ben poco, solo il mastio, ancora oggi visibile, fa parte di essa. Torniamo però al prestigioso vino che si coltiva nei territori circostanti e che viene celebrato nel museo sito all’interno del castello, che qualcuno ha definito come il più innovativo museo del vino in Italia e, sicuramente, tra i più importanti al mondo. Inaugurato il 13 settembre 2010, il museo offre una visita che inizia dall’ultimo piano, per scendere poi fino ai sotterranei del Castello, che un tempo ospitavano le vecchie cantine d’invecchiamento delle prime botti di Barolo, per una durata media di circa 1 ora e 30 minuti. È noto come WiMu, il cui nome è, come è facile immaginare, l’acronimo di “wine museum” e la scelta dell’inglese la dice lunga sull’affluenza di stranieri in questo luogo sacro per il Barolo, un percorso nato dell’estro di François Confino, che propone un viaggio interattivo ed emozionale attraverso la cultura e la tradizione del vino, con incontri, visite guidate e focus di approfondimento per tutte le età e tutti i gusti. Nelle cantine del castello Falletti ha inoltre sede l‘Enoteca Regionale, dove è possibile effettuare degustazioni per avvicinarsi al Barolo.
TRA CULTURA E… FITNESS
Nella provincia di Cuneo, una piccola cittadina che vale una visita è certamente Saluzzo, nota come la città capitale dell’antico marchesato che dal 1470 al 1547 dominò il Piemonte sudoccidentale, tanto da ritagliarsi un posto di prestigio fra i grandi regni europei dell’epoca. Passeggiando per il centro storico si vede chiaramente l’impronta medievale, con le tracce di questa nobile eredità molto ben conservate: è un piacere lasciarsi catturare dall’atmosfera antica, soprattutto nella preziosa isola pedonale, cuore dello shopping, con il suo susseguirsi di viuzze acciottolate, muri ricoperti di edere ed eleganti ville nobiliari dalle splendide facciate dipinte. La città è dominata dalla Castiglia, l’antico castello dei marchesi con all’interno due musei unici in Italia: il Museo della Civiltà Cavalleresca e quello della Memoria Carceraria. Un’altra interessante visita che si può fare all’interno del borgo medievale è la casa natale di Silvio Pellico, scrittore, patriota e drammaturgo nato a Saluzzo nel 1789, ma anche Casa Cavassa, oggi Museo Civico, sommo esempio di Rinascimento saluzzese. A pochi chilometri dal centro di questa cittadina tranquilla, che non raggiunge i 20mila abitanti, con una rilassante passeggiata a piedi o in bicicletta, si può raggiungere un borgo incantato di nome Castellar, il paese “degli spaventapasseri”, dominato dal suo imponente castello, stretto nell’abbraccio di migliaia di filari di alberi da frutta e vigneti. Se volete abbinare alle gioie culturali anche momenti di sport rigenerante, nei numerosi boschi intorno a Saluzzo potete regalarvi una bella esperienza di fitwalking tra i frutteti in fiore che hanno visto allenarsi e poi vincere i gemelli Damilano, campioni olimpionici di marcia e i gemelli Dematteis, campioni di corsa in montagna.