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La vera storia della piadina

Quando si dice Rimini si dice piadina, chiamata anche piada, in dialetto pìda o pièda, un prodotto alimentare composto da farina, acqua, strutto o olio EVO. Prodotti simili al concetto di piadina sono presenti in diverse parti d’Italia e anche in diverse culture gastronomiche esotiche, ma la vera patria di questa specialità è nella riviera romagnola, al punto che ci sono precise differenze tra la tipologia “romagnola” e quella “riminese”. Tradizioni, culture, abitudini e passioni hanno creato una moltitudine di interpretazioni e leggende su un cibo semplice, ma che può essere farcito in modo tale da soddisfare qualsiasi esigenza alimentare e questa pluralità di pensieri ha stimolato la nascita del Consorzio di Promozione e Tutela della Piadina Romagnola IGP, la cui finalità è valorizzarne la conoscenza, informare il consumatore e garantire, nella produzione, il rigoroso rispetto della ricetta tradizionale. È un rigido disciplinare a regolare le caratteristiche della piadina, la cui versione riminese deve presentare vesciche di cottura di grandi dimensioni sulla superficie, con una distribuzione non omogenea, esser morbida e flessibile, con un diametro da 23 a 30 centimetri e uno spessore fino a 3 millimetri. Le prime tracce della Piadina provengono da lontano, dal tempo degli antichi Etruschi e proprio nelle zone dell’odierna Romagna sono state rinvenute le testimonianze dell’utilizzo di un sostituto del pane fatto con farina grezza, cereali e dalla forma circolare. Utilizzata per secoli come sostituto del pane, ottenne una grande diffusione nelle case dei romagnoli, al punto che il poeta Giovanni Pascoli la definì “Il pane, anzi li cibo nazionale dei Romagnoli”. Col passare del tempo la Piadina sposa anche la sfida industriale, con i piccoli laboratori che, forti del successo di questo prodotto unico, cominciano a produrre per un mercato più ampio e su scala nazionale e internazionale, rifornendo coi propri prodotti grandi e piccoli esercizi.  Proprio la nascita del Consorzio di Promozione e Tutela riesce, il 24 ottobre 2014, a rendere il simbolo della Romagna un prodotto a indicazione geografica protetta dall’Unione Europea, certificando da quel momento, un merito inossidabile nel tempo.

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