Cultura

La sai l’ultima sul Thanksgiving Day?

In Italia lo conosciamo come “Giorno del Ringraziamento”, una festa in cui le famiglie si riuniscono per celebrare le fortune ricevute durante l’anno, godendosi una giornata all’insegna del buon cibo; non ha importanza se non se ne conoscano le origini o gli scopi, l’importante è celebrare quanto ricevuto durante l’anno.

È noto peraltro come le abitudini a stelle e strisce finiscano per diventare, prima o poi, momenti di festa anche in Italia e la storia di Halloween ne è un esempio più che mai significativo, ma la verità è che non c’è etnia, religione o differenza sociale che tenga: il Thanksgiving Day è l’unico appuntamento che riesce ad unire tutti gli americani, nessuno escluso, sotto la stessa bandiera, o alla stessa tavola.
Nella tradizione degli States, il Thanksgiving Day cade ogni quarto giovedì di novembre, quindi quest’anno si celebra il 23 novembre.
Come ogni evento che si rispetti, anche intorno a questa festa ci sono aneddoti e curiosità interessanti: vediamone qualcuna.

NON SOLO USA

Il Giorno del Ringraziamento non si festeggia solo negli States: nel vicino Canada, ad esempio, cade il secondo lunedì di ottobre e viene chiamata Action de grâce; in Germania e alcune zone di Austria e Svizzera viene chiamata Erntedankaltar ed è la tradizionale festa cattolica del raccolto; in Giappone è il 23 novembre e si chiama Kinro Kansha No Hi, un nome moderno che è stato dato ad un antico festival risalente al 678, tenuto per il raccolto del riso.

La festa ha un’origine cristiana e nacque in segno di gratitudine verso Dio per il raccolto e per quanto ricevuto durante l’anno trascorso: la prima documentazione di questo evento risale al 1623 per opera dei Padri Pellegrini a Plymouth, nel Massachusetts.

THANKSGIVING O NATALE?

Nel 1857 James Pierpoint compose, proprio per il Giorno del Ringraziamento, un brano per bambini dal titolo “One horse open sleigh”, che possiamo rendere in italiano come “Una slitta trainata da un cavallo”, una canzone semplice e orecchiabile che riscosse un grandissimo successo, al punto tale da essere riproposta anche per il giorno di Natale.
Due anni dopo, siamo nel 1859, il titolo del brano cambiò in “Jingle Bells”, concentrando l’attenzione sui simpatici “campanellini” che caratterizzano la musica natalizia, divenendo famoso in tutto il mondo proprio come inno della festa del 25 dicembre.

LA PARATA DI MACY’S

Nel corso degli anni uno tra gli eventi più attesi legati al Giorno del Ringraziamento in America è divenuto la Parata di Macy’s, una sfilata organizzata a New York dall’omonimo grande magazzino con personaggi gonfiabili. Un evento che attrae milioni di visitatori e si tiene su un percorso di 4 km tra i grattacieli di Manhattan.
Il fatto curioso è che per festeggiare l’apertura di quello che era considerato il più grande magazzino del mondo, con il suo milione di metri quadrati, Macy’s organizzò nel 1924 una incredibile parata, sperando di conquistare nuovi clienti in vista dello shopping natalizio, ma l’evento ebbe un successo tale che l’iniziativa promozionale si trasformò in un vero e proprio tributo alla festa e divenne quindi un appuntamento fisso.

IL TACCHINO MADE IN USA

Il tacchino è realmente americano, in quanto furono gli Aztechi a portare in dono il tacchino agli spagnoli, dando inizio a una diffusione che ben presto portò la specie fino in Europa. Curioso il fatto che, circa un secolo dopo, l’americanissimo tacchino venne di fatto “reimportato” in Massachusetts dai Padri Pellegrini.
Un altro fatto senza dubbio curioso è che nella prima edizione del pranzo del Ringraziamento, i nativi americani portarono cinque cervi, uniti al risultato della battuta di caccia dei pellegrini, ovverosia piccioni, oche, anatre e uccelli viaggiatori farciti con erbe aromatiche, senza presenza del tacchino, che entrò nel menu solo successivamente.

TACCHINI DA RECORD

Oggi il tacchino ripieno è un must assoluto del Thanksgiving Day, al quale si legano statistiche con numeri sorprendenti: si parla di un consumo ben 46 milioni di grossi tacchini, che pesano mediamente attorno ai 7 kg e non mancano anche eccezioni sorprendenti, in pieno spirito USA: il Guinness dei Primati registra infatti la presenza di un tacchino da ben 39 kg! Simbolo di pasti sontuosi, ricchi di grassi e calorie, il tacchino ripieno viene collegato al fenomeno del “food coma”, quello stato letargico di sonnolenza estrema post-prandiale che porta i commensali ad appisolarsi su divani e poltrone.

LE PENNE BIANCHE

Per ottenere la carne povera di grassi e a basso contenuto di colesterolo, ma ricca di proteine e minerali, tipica dei moderni tacchini, si è fatto ampio ricorso alla selezione delle razze. Oggi, per esempio, quasi tutti i tacchini hanno le penne bianche, perché una volta spiumati la loro carne resta chiara: i consumatori la preferiscono a quella, più scura, dei tacchini a piumaggio bronzato.

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