
Nelle guide turistiche internazionali, è facile imbattersi in una graduatoria che elenca le motivazioni per le quali, nel corso della propria vita, si deve fare almeno un viaggio nella città di Roma. Solitamente questa lista vede al primo posto le meraviglie antiche a cielo aperto, poi vengono i musei, le piazze, l’immancabile buon cibo ed infine… il cinema. Tutti sanno che Hollywood è l a capitale del cinema occidentale e che, negli ultimi decenni, le produzioni generate da Bollywood, termine che nasce dalla fusione di Bombay e Hollywood, con il quale si intende il cinema popolare in lingua hindi e occasionalmente in lingua urdu, ma ormai anche tutta la produzione indiana, si sono diffuse su tutto il globo, ma forse non tutti sanno che l’Italia, con oltre 200 produzioni cinematografiche annuali, entra di diritto nella lista dei luoghi più importanti di produzione cinematografica. A Cinecittà, il complesso di teatri di posa di eccellenza e rilievo internazionale che si trovano lungo la via Tuscolana, inaugurato nel 1937, sono stati girati più di 3.000 film, 90 dei quali hanno ricevuto una candidatura all’Oscar, di cui ben 47 hanno vinto la prestigiosa statuetta. Negli studi romani sono stati girati molti dei capolavori nazionali, ma anche molte produzioni internazionali, tanto che proprio produzioni come “Cleopatra” e “Ben-Hur”, negli anni Sessanta, hanno reso Cinecittà famosa in ogni parte del mondo. La città di Roma può quindi essere visitata seguendo i luoghi che sono stati protagonisti dei film più celebri, percorso che abbiamo esplorato in una delle nostre precedenti puntate di questa rubrica, ma anche attraverso gli occhi di attori e registi italiani che, proprio per la loro profonda conoscenza della città, hanno dato un palcoscenico di celebrità ad angoli e quartieri meno noti al turismo di massa.
FEDERICO FELLINI, 20 GENNAIO 1920 – 31 OTTOBRE 1993
Federico Fellini nasce a Rimini, ma si trasferisce a Roma prima di compiere 20 anni, dove frequenta gli ambienti dell’avanspettacolo, scrivendo monologhi per il comico Aldo Fabrizi, e collabora alle trasmissioni di varietà della radio, dove incontra la giovane attrice Giulietta Masina, che sposa nel 1943. Partecipa ad alcuni celebri film in qualità di sceneggiatore ed esordisce alla regia con “Luci del varietà” e “Lo sceicco bianco”, il primo film che Fellini dirige da solo, prima di conoscere il successo nel 1953 con il celebre “I Vitelloni”, dando inizio a una folgorante carriera, che lo porta subito alla conquista di un Oscar con la pellicola “La Strada”, primo di una serie di ben 5 titoli, tra cui “8½” e “Amarcord” e di cui l’ultimo, alla carriera, arriva nel 1993, pochi mesi prima della morte. Nelle ambientazioni dei suoi numerosi film, Federico Fellini ha celebrato molti dei luoghi più iconici della “città eterna”, a partire da Via Veneto, strada simbolo del film “La dolce vita”, dove ogni sera al Café de Paris si radunano i personaggi che animano la mondanità capitolina, ma anche con la pellicola “Le notti di Cabiria”, dove l’ingenua e dolce prostituta Cabiria, interpretata da Giulietta Masina, si reca ogni giorno per mescolarsi ad altre donne, con tariffe ben più elevate delle sue. Piazza San Pietro è invece il teatro della riconciliazione di Ivan e Wanda, dopo la fuga di lei, dileguatasi allo scopo d’incontrare l’eroe dei suoi sogni, in uno dei momenti toccanti del film “Lo sceicco bianco”, oltre ad essere protagonista della vista panoramica che apre il già citato “La dolce vita”. Lungo la scalinata di Trinità dei Monti di Piazza di Spagna è viceversa ambientata la scena della pellicola “Roma”, in cui viene mostrato un gruppo di ragazzi hippy che suonano e si bagnano nella fontana della Barcaccia. A proposito di fontane, ancora una volta è il film “La dolce vita” ad offrire una delle scene più iconiche del cinema italiano, con la spettacolare “Fontana di Trevi” che accoglie l’episodio più celebre del film, il bagno della mitica Anita Ekberg. In “Boccaccio 70” è il più moderno quartiere EUR ad essere protagonista, con la sua prima apparizione in una produzione cinematografica, con scene girate tra il Palazzo della Civiltà del Lavoro, meglio noto come Colosseo Quadrato, i portici del Palazzo degli Uffici e il Laghetto. La città di Roma appare comunque più volte anche nei luoghi più noti, come la Stazione Termini, Castel Sant’Angelo, Piazza del Popolo, Trinità dei Monti e San Giovanni in Laterano.
ANNA MAGNANI, 7 MARZO 1908 – 26 SETTEMBRE 1973
Anna Magnani, nota al pubblico come “Nannarella”, è considerata una delle maggiori interpreti femminili della storia del cinema, non solo a livello nazionale; ha debuttato nel 1934 con il film “La cieca di Sorrento”, di Nunzio Malasomma, per tornarci dopo diversi anni, passati prevalentemente a teatro. Cresciuta dalla nonna materna ad Alessandria d’Egitto, è famosa principalmente per le sue qualità caratteriali: passione, sfrontatezza, eleganza e musicalità. Dopo aver vinto un Nastro d’Argento, diviene la prima attrice non di lingua inglese a ricevere il premio Oscar come miglior attrice protagonista con il film “La Rosa Tatuata” del 1955, diretto da Daniel Mann. Davanti alla fontanella di “Campo de’ Fiori”, che dona il nome all’omonimo film, si svolge la scena di uno dei tanti litigi e battibecchi tra la verduraia Elide, interpretata da Anna Magnani e il pescivendolo Peppino, l’attore Aldo Fabrizi e in cui la portiera Sora Peppa, arriva portando in braccio il piccolo Carletto. È invece Via Borgognona la strada dove Walter Chiari, nel ruolo di Alberto Annovazzi, ritira la Lambretta acquistata con le 50.000 lire chieste a Maddalena, proprio Anna Magnani, per “garantire” che la figlia superi il provino del film di Alessandro Blasetti, in “Bellissima” di Luchino Visconti. La scalinata di Porto di Ripa Grande è il punto in cui Anna Magnani, nel ruolo di Gioia, scende da un taxi insieme al grande Totò nel ruolo di Umberto, dopo aver fantasticato sul loro futuro nel cinema, in una scena ambientata il giorno di Ferragosto nel film “Risate di gioia”. Nell’opera “L’ultima carrozzella”, quella che si vede a piazza dei Cinquecento è la facciata della vecchia Stazione Termini, opera del 1867 di Salvatore Bianchi, sostituita da quella attuale, inaugurata nel 1950, pochi anni dopo la realizzazione del film.
ALBERTO SORDI, 15 GIUGNO 1920 – 24 FEBBRAIO 2003
Alberto Sordi è un vero “Romano de Roma”, nato a Trastevere, ultimo di 4 figli, che già da bambino manifesta la spiccata attitudine ad esibirsi, improvvisando a scuola teatrini di marionette e cantando poi nel coro delle voci bianche della Cappella Sistina. Cantante lirico, attore di teatro, comparsa a Cinecittà, nel 1937 viene scelto dalla Metro Goldwyn Mayer come doppiatore di Oliver Hardy, famoso in Italia come Ollio, autore di buffe vicende in coppia con l’amico Stanlio, riuscendo alla fine ad approdare al cinema nel tanto agognato ruolo di attore. Arrivano così i successi con “I vitelloni” e “Un americano a Roma”, iniziando un percorso che lo porta, negli anni successivi, ad interpretare personaggi tragicomici che ricalcano la maschera di un “italiano medio”, vile e conformista, dedito principalmente ai propri interessi. Nella sua lunga carriera dirige 19 film e partecipa a vario titolo a ben 190 pellicole, riceve 4 Nastri d’argento, un Orso d’argento a Berlino nel 1972, un Leone d’oro alla carriera nel 1995 e un David di Donatello alla carriera nel 1999. Uno dei ricordi iconici della carriera di Sordi, è costituito dalle scene esterne dell’abitazione del Marchese Onofrio del Grillo, per le quali il regista Mario Monicelli scelse il bel loggiato della Casa dei Cavalieri di Rodi come ambientazione ricorrente. Nella scena in cui Onofrio e sua madre discutono della corruzione dei costumi nel mondo contemporaneo e rimproverano la povera Genuflessa, cugina di Onofrio, la camera inquadra lo splendido loggiato dell’edificio e i suoi affacci sui Fori Imperiali e Palazzo Venezia. È ambientata invece in Piazza Navona, nei pressi di Palazzo Pamphilj, la scena del film “Il tassinaro”, in cui l’attrice Silvana Pampanini, nel ruolo di se stessa, attende il taxi, ma l’autista Pietro, interpretato da Sordi, la scambia per un’altra attrice famosa, Sylva Koscina. È viceversa ambientata In Piazza del Popolo, ricostruita negli studi di De Laurentis, la scena del celebre “Nell’anno del Signore” dove i due carbonari, di nome Targhini e Montanari, vengono condotti al patibolo, nonostante il tentativo del frate, interpretato proprio da Alberto Sordi, di evitare loro la ghigliottina. A memoria di questa scena, sulla facciata dell’edificio di fronte alla Basilica di Santa Maria del Popolo, una targa ricorda la morte dei due giovani. È il ponte che collega Piazza della Libertà a Lungotevere Arnaldo da Brescia ad ospitare il corteo funebre che accompagna il dottor Bui, alla cui testa c’è l’ambizioso Guido Terzilli, una delle più intense interpretazioni di Alberto Sordi, che sogna di “ereditare” le migliaia di pazienti del defunto. In “Un americano a Roma” Sordi interpreta il giovane Nando Mericoni, che si nasconde tra le colonne del Portico di Ottavia, dopo aver simulato un finto attacco al “Gattomammone”, un povero felino identificato come incarnazione del male.
PAOLO SORRENTINO, NATO IL 31 MAGGIO 1970
Paolo Sorrentino è un regista, sceneggiatore e scrittore, che nasce a Napoli ed ottiene subito il suo primo successo nel 2001, con il film “L’uomo in più”, premiato con il Nastro d’Argento come migliore regista esordiente. Il grande colpo arriva nel 2013 quando, dopo la premiere al Festival di Cannes, “La grande bellezza” vince il Premio Oscar, il Golden Globe, il Bafta come Miglior Film Straniero, e quattro EFA, tra cui quello per il Miglior Film Europeo, il Miglior Regista e il Miglior Attore, oltre a nove David di Donatello. Il suo successo tocca anche l’emergente mondo delle serie TV, con riconoscimenti per “The Young Pope” e la successiva seconda stagione dal titolo “The New Pope” che vede protagonisti Jude Law e John Malkovich. Il celebrato film “La grande bellezza” è un autentico tributo alla città di Roma, con scene ambientate a Piazza del Colosseo, alle Terme di Caracalla, all’Aventino, alla Fontana dell’Acqua Paola, al Tempietto del Bramante in San Pietro in Montorio e Piazza Navona, ma l’elenco è di gran lunga più esteso. All’interno di Palazzo Braschi sono stati viceversa ricostruiti gli appartamenti Papali e il bagno di Papa Pio XIII, interpretato da Jude Law nella Serie “The Young Pope”, mentre la residenza di Castel Gandolfo è stata riprodotta all’interno della lussureggiante Villa Doria Pamphilj. Nel sequel “The New Pope”, diverse scene ambientate ai Giardini Vaticani, sono state girate nell’Orto botanico di Roma, mentre Palazzo Venezia è più volte lo sfondo di passaggi importanti della storia, come quando il Cardinale Spalletta, interpretato da Massimo Ghini, dà al nuovo Papa Giovanni Paolo III, l’attore John Malkovich, un consiglio che suona più come un ricatto, all’interno del cortile quattrocentesco; in altre scene della serie si riconoscono la sala del Concistoro, La Sala Regia e la Scala Monumentale del Palazzo. Nel film “Youth, la giovinezza”, è viceversa l’interno della Casa dell’Architettura all’Acquario Romano ad ospitare la scena in cui Lena vede l’alpinista Luca Moroder aiutare una bambina a superare le proprie paure scalando una parete da arrampicata.