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Questione di nome

Nella letteratura di marketing è conosciuto con il termine naming, ovvero sia “chiamare”, “nominare” e si tratta di un aspetto assolutamente fondamentale di ogni strategia di marketing: come e probabilmente più che nelle persone, il nome è ciò che caratterizza la vita di ogni attività commerciale e va scelto quindi con la massima attenzione.
Il nome ha un ruolo primario nel successo di un prodotto, soprattutto se abbinato ad un logo di forte impatto e facile ricordo.
La scelta del nome di un’attività deve essere ponderata e non solo frutto di spontaneità: proprio come succede per un figlio, quando si nutrono dubbi sulla scelta fatta all’inizio, il motivo di pentimento avviene principalmente nei due casi estremi: nome troppo comune o eccessivamente originale.
Lo sapevano già gli antichi romani, che affermavano nomina sunt omina, la cui traduzione letterale significa “il nome è un presagio“, “il destino nel nome”, e deriva dalla loro credenza che nel nome della persona sia già scritto il suo destino.

IL NOME PERFETTO

Esiste il nome perfetto? Probabilmente no. Il nome di un locale può parlare dei proprietari, oppure raccontare una storia, o fare una promessa. Di certo è più semplice chiamare una pizzeria “Bella Napoli” se si vuole veicolare un’icona di qualità tradizionale o un bar “Centrale” se è ubicato nella piazza principale, ma questo tipo di scelta non veicola la personalità dell’ambiente.
Un buon nome per un’attività deve essere mnemonico, facile da leggere e pronunciare sia in italiano che nelle altre lingue, non eccessivamente lungo, mai volgare o equivocabile, meglio se originale, unico, non attribuibile ad altre attività. È fondamentale evitare di poter essere causa di ambiguità o, peggio ancora, portare ad essere confusi con altri.
La scelta del nome non si deve fermare solo all’insegna, anche i singoli piatti devono essere ponderati: utilizzare nomi comuni (carbonara, tagliata, spezzatino ecc.) è in sintonia con un ambiente tradizionale, mentre attribuire nomi creativi ai piatti, sempre accompagnati da una riga di spiegazioni, può contribuire a costruire un’atmosfera trendy e innovativa.

CASI CELEBRI

Il nome della famosa bibita effervescente Schweppes, a dispetto di quello che credono in molti, non è nato per richiamare il suono prodotto dall’apertura della bottiglia, ma è semplicemente quello del suo produttore Jacob Schweppe.
Il signor Adolphus Busch, fondatore dell’azienda di birra Budweiser, scelse il nome perché aveva un suono germanico, sinonimo di qualità, ma era anche facilmente pronunciabile in inglese; il significato di Budweiser in tedesco è peraltro “fatta con le gemme”, ottima scelta globale!
La celebre Nutella nasce dalla parola inglese nut (nocciola), l’ingrediente principe del prodotto, a cui è stato aggiunto il suffisso -ella per rendere il suono del nome più italiano in ogni parte del mondo.
I marchio americano di gelati Häagen-Dazs è nato a tavolino per volere della proprietà negli anni ’60 per dare un’immagine di qualità nord-europea al prodotto, ritenuto sinonimo di qualità.

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