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Il food&beverage italiano alla conquista del mondo

L’Italia è il sesto esportatore mondiale di prodotti alimentari e bevande, con un valore complessivo di 42,3 miliardi di euro nel 2021 che arrivano a 50 se includiamo anche i prodotti agricoli, e segue Usa, Germania, Paesi Bassi, Francia e Brasile. In termini di tendenze l’Italia è però il Paese europeo che performa meglio sia nel medio periodo (Cagr 2016-2021 +6,2% vs +3,8% della Francia e +2,9% Germania) sia nel 2022. Nei primi 7 mesi di quest’anno, l’export italiano ha toccato un nuovo record: 28,5 miliardi di euro, +21% rispetto al 2021 contro +15% e +16% messi a segno nel medesimo periodo da Germania e Francia.

Questi i dati più significativi emersi durante l’evento “L’export come driver di crescita per il Food & Beverage. Scenari, strategie e prospettive di sviluppo per il Made in Italy”, promosso da Verallia Italia, che ha avuto, tra i momenti salienti, la presentazione della relazione “Scenari e prospettive di sviluppo per l’export food&beverage made in Italy”, illustrata da Emanuele Di Faustino, Responsabile Industria, Retail e Servizi di Nomisma.

L’export agroalimentare italiano si conferma quindi in buona salute in un momento in cui gli scenari competitivi internazionali stanno vivendo momenti di forte evoluzione, con equilibri che tendono a spostarsi più rapidamente del consueto.

Anche nelle manifestazioni internazionali di confronto, come gli eventi fieristici di settore, si nota un un nuovo dinamismo, sospinto da quella curiosità commerciale che era stata, almeno in parte, inibita durante i periodi più bui della crisi pandemica.

L’Italia conferma la propria posizione di leader nell’export di pasta e conserve di pomodoro (dove detiene una market share rispettivamente del 29% e 44%), mentre continua ad inseguire la Francia nelle esportazioni di vino (quota del 24% per gli spumanti e 21% per i fermi).

Tra i Paesi emergenti spiccano Israele, Arabia Saudita ed Emirati Arabi, per l’area del Medio Oriente; nell’Europa dell’est, Polonia e Romania, mentre per la Cina si prevede una ripresa dell’economia già dal 2023.

In questo momento è però la Corea del Sud il mercato dove si vedono le maggiori potenzialità per l’export agroalimentare targato Italia, alimentato da una economia fiorente che ha scoperto il fascino della nostra produzione, premiata con tassi di crescita annui a doppia cifra.

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