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Cosa mangeremo nel futuro?

Una ricerca dedicata ai giovani professionisti dell’horeca svela il futuro dei consumi fuori

Anticipare i bisogni e le tendenze di domani significa non solo assicurarsi un vantaggio economico e competitivo sul mercato ma rispondere anche alle esigenze delle nuove generazioni di consumatori. Sono loro a rappresentare la vera sfida per il comparto Horeca: da affrontare urgentemente con maggiore consapevolezza. Se oggi, infatti, i consumi fuori casa sembrano essere trainati dalle generazioni più mature, sarà solamente capendo che cosa guida le scelte dei giovani e dei giovanissimi che potrà assicurare il futuro dell’Horeca.

CUCINA IN EVOLUZIONE

Per questo è nato il progetto FOOD4FUTURE, autentico ponte verso il futuro della ristorazione. Uno spazio in cui l’esperienza abbraccia il cambiamento, aperto ai giovani e alle loro idee. «Perché la cucina – sottolinea CIC Cooperativa Italiana Catering, che insieme a Demetra, Conserve Italia, Cast, Unione Regionale Cuochi Siciliani, Orogel, Comal, Danish Crown, Morato Group, Alitalia e Topfood promuovono l’iniziativa – non è un museo in cui conservare alcunché, ma testimonianza da vivere e condividere».

PROSPETTIVE

Che cosa mangeremo nel futuro? A quanto pare il futuro del gusto sta nel mix perfetto tra comfort food e voglia di novità. I giovani, infatti, sono sempre più attratti da sapori nuovi e dalle contaminazioni, ma senza rinunciare al calore dei piatti tradizionali. Un perfetto equilibrio tra memoria e sperimentazione. Non a caso la percentuale di giovani professionisti che dichiara di ritenere importante preservare la tradizione regionale italiana nella ristorazione (84%) è pari a quella di coloro che dichiarano anche di ritenere importante l’innovazione in cucina.

GENUINITÀ AL CENTRO

Gli ingredienti naturali continuano a essere in cima alle preferenze. Soluzioni più “tecnologiche”, come la carne coltivata o la farina d’insetti, incuriosiscono solo uno su tre. La voglia di innovare c’è, ma resta forte il bisogno di sapere cosa si porta a tavola. Quando si tratta di scegliere cosa mettere nel piatto, i giovani non hanno dubbi: qualità e stagionalità sono le priorità assolute. Contano anche il giusto prezzo – dato quest’ultimo che pesa però meno di altri, a testimonianza di nuovi valori sempre più decisivi–, l’accessibilità e l’impatto sull’ambiente. Il primo criterio, però, resta sempre uno: la bontà comincia dalla materia prima.

CONTAMINAZIONE COME CREAZIONE

La convinzione che il cibo sia fattore di unione tra culture piuttosto che elemento di divisione è sempre più interiorizzata dalle nuove generazioni di professionisti del mondo Horeca. Per molti giovani innovare in cucina significa mescolare sapori e culture diverse per creare qualcosa di unico e personale. La contaminazione diventa un gesto creativo, non solo gastronomico. Alla domanda “che cosa significa innovazione?”, la maggior parte delle risposte non ha contemplato l’uso di tecnologie o la sperimentazione di nuove tecniche di cottura ma la convinzione che innovare voglia dire creare piatti che uniscono culture diverse.

CURIOSITÀ RAGIONATA

Se trattorie, fast food e pizzerie sono ancora le scelte più gettonate per le cene fuori casa, un giovane su tre si lascia tentare da ristoranti etnici o fusion. C’è, infatti, un’attenzione crescente verso mondi gastronomici alternativi. Le nuove generazioni sono sempre più curiose. Ma con criterio. I giovani vogliono esplorare gusti e tradizioni lontane, ma prima di farlo vogliono capire bene cosa c’è nel piatto. La conoscenza resta un ingrediente fondamentale.

TENDENZA NON È SINONIMO DI QUALITÀ

I social conquistano sempre di più: oltre il 70% dei giovani li usa anche per imparare, sperimentare e lasciarsi ispirare. Le informazioni condivise sono però davvero sempre affidabili? Non tutto ciò che fa tendenza è sinonimo di qualità. Libri e riviste così come, corsi, eventi, fiere e confronto con altri professionisti restano canali di aggiornamento e formazione autorevoli ed essenziali.

SOSTENIBILITÀ: PRIORITÀ ASSOLUTA

Non è una novità, ma una conferma. La sostenibilità, per le giovani generazioni, resta un tema cruciale. Per l’80% dei giovani l’attenzione alla sostenibilità, a tutto tondo, è una priorità assoluta, anche ai fornelli. Non è più solo una parola di moda, ma un valore concreto che guida le scelte quotidiane, spesso anche fuori dalla macro categoria food. Quando si parla di cucina sostenibile, la ricetta più apprezzata è chiara: ingredienti locali e meno sprechi. Due scelte semplici, ma ad alto impatto. L’84% considera lo spreco alimentare un problema da affrontare e risolvere. Il messaggio è chiaro: cucinare bene significa anche attenzione all’anti-spreco.

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